lunedì 16 gennaio 2012

PAROLE DA CERCARE SUL CUORE

INFARTO
Per infarto si intende la necrosi di un tessuto per ischemia (cioè mancanza totale o parziale di sangue), cioè per grave deficit di flusso sanguigno. Clinicamente l'infarto è una sindrome acuta provocata da una insufficiente irrorazione sanguigna ad un organo o a parte di esso, per una occlusione improvvisa o per una stenosi critica delle arterie che portano il sangue in quel distretto dell'organismo.
La causa è costituita nella maggior parte dei casi dall'aterosclerosi. Quando vanno incontro ad ulcerazione, le placche aterosclerotiche possono provocare occlusione arteriosa acuta (e quindi infarto) sia attraverso la formazione di emboli sia attraverso la trombosi sovrapposta all'ulcerazione. L'infarto miocardico, dove l'organo interessato è il cuore e l'infarto cerebrale (responsabile dell'80% dei casi di ictus) sono le più frequenti cause di morte nei paesi occidentali; altre tipologie di infarto sono relativamente rare, poiché molti distretti sono irrorati da più arterie, cosa che permette al vaso non interessato di supplire efficacemente al deficit nutritizio.
I sintomi sono diversi a seconda dell'organo interessato, tuttavia il sintomo principale è rappresentato da dolore acuto (ad insorgenza improvvisa), di varia intensità; è però possibile che l'infarto sia clinicamente asintomatico, soprattutto qualora sia di dimensioni molto piccole.

COLLASSO 
 Cos'è 

Un collasso cardiaco è un cedimento, caratterizzato per lo più da un calo improvviso della pressione sanguigna. 
 Con l'espressione collasso nervoso, invece, si indica    talvolta la crisi isterica.

Sintomi
Nel caso di un collasso cardiaco l'infortunato diventa pallido e debolissimo, sudato, il polso si indebolisce, la muscolatura si rilascia, le estremità divengono fredde. Solitamente non si ha perdita di coscienza.

Intervento 
Bisogna immediatamente consultare un medico e, intanto è bene porre l'infortunato in 
posizione antishock, coperto, vigilando costantemente sulle funzioni vitali.

Gravità
Il collasso cardiaco è sempre una manifestazione di un malore di una certa gravità: bisogna subito interpellare un medico o trasportare l'infortunato a un pronto soccorso e prestare attenzione alle funzioni vitali.




SOFFIO

Il soffio al cuore è una patologia che colpisce le valvole cardiache ed è causata dalla turbolenza del flusso sanguigno all'interno del cuore. Il reflusso di sangue nella valvola, quando questa non riesce a contenere il sangue, produce il particolare “soffio” che si evidenzia attraverso l’auscultazione del torace effettuata grazie ad un strumento specifico, il fonocardiagramma. A seconda della localizzazione, del timbro e dell’intensità del soffio è possibile risalire alla sua causa anatomica. 

I soffi cardiaci sono suoni estranei a quelli derivanti dal normale battito cardiaco e hanno una durata maggiore rispetto ai toni fisiologici, prodotti dalle vibrazioni delle pareti ventricolari, delle valvole cardiache o delle pareti vasali. Possono nascere da flussi anomali o semplicemente aumentati. Si differenziano per tempo di comparsa (diastolici, sistolici o continui), frequenza (alti o bassi), intensità, durata, punto di massima intensità (punta, spazi intercostali ecc.), trasmissione (verso il collo, il margine sternale ecc.). Anche la postura, la respirazione, lo sforzo fisico e l'esecuzione di certe manovre (di Valsalva, di Muller) possono rendere percettibili o modificare i soffi cardiaci. Sfortunatamente nessuna delle caratteristiche sopradescritte consente di determinare se un soffio è fisiologico o patologico, rendendo così superflue ulteriori indagini. Tuttavia vi sono delle condizioni che possono condurre a soffi cardiaci che non hanno alcuna relazione con qualche patologia cardiaca. Eccone alcune:

a) l'aumentata gittata cardiaca (per esempio negli sportivi                                                                                                                b) febbre
c) anemia
d) gravidanza e inizio del puerperio (soffio mammario)
e) ansia
f) ipertiroidismo
g) costituzione (pectus excavatum, sindrome della schiena dritta)
h) fistola arterovenosa periferica
i) ronzio venoso (flusso rapido attraverso le vene, frequente in giovani adulti sani e donne in gravidanza.

BYPASS
Quella del bypass è una tecnica chirurgica delicata, ma ormai consolidata, a cui si ricorrere quando le arterie coronarie del cuore si restringono, o addirittura si occludono, per effetto dell'ateroscrerisi o di altre patologie. Il ridotto apporto di sangue, quindi di ossigeno e nutrientii, al  muscolo cardicopuò infatti causare eventi cardiovascolari gravi, come l'angina pectoris (transitoria deficienza del flusso sanguigno, responsabile di un dolore opprimente dietro lo sterno) o l'infarto (morte irreversibile del tessuto muscolare cardiaco, conseguente a ostruzione prolungata di una o più arterie coronarie).
Come si esegue
Tramite l'intervento di bypass si crea un ponte artificiale che permette di aggirare l'ostacolo alla circolazione. Questo ponte, chiamato appunto bypass, è costituito da un tratto di vaso sanguigno sano e ben funzionante, che viene prelevato dal chirurgo al momento stesso dell'operazione. Quando possibile, si utilizzeranno preferibilmente alcuni segmenti delle arterie mammarie del paziente (che presentano caratteristiche funzionali ottimali per espletare al meglio l'azione di bypass); in alternativa si ricorre a tratti della vena safana.Questi segmenti vasali vengono poi innestati a monte e a valle della coronaria occlusa, creando il famoso bypass; tale espediente permette di far riaffluire al cuore un apporto ottimale di sangue ed ossigeno.

PACEMAKER
Per pacemaker, termine inglese che significa "segnapassi", si intende un apparecchio capace di stimolare elettricamente la contrazione del cuore quando questa non viene assicurata in maniera normale dal tessuto di conduzione cardiaca
Il tessuto cardiaco dal quale, in condizioni normali, prende origine l'impulso fisiologico (o comunque autologo) che provoca il battito del cuore, è chiamato con il nome di nodo senoatriale (SA). Da qui l'impulso si propaga agli atri fino al nodo atrioventricolare e poi ai ventricoli.
Se il nodo del seno non funziona, un'altra porzione del tessuto cardiaco assumerà il ruolo di pacemaker, solitamente a una frequenza minore del nodo SA.
Se il cuore batte a una frequenza inferiore a 40 battiti per minuto ("bradicardia"), la contrazione cardiaca non sarà emodinamicamente stabile, e si renderà necessario l'utilizzo di uno stimolatore cardiaco esterno, impiantabile o meno.
Questo non è vero per gli atleti o comunque le persone allenate, che possono avere questo ritmo senza alcun problema emodinamico. Addirittura, col riposo notturno, la frequenza diminuisce ulteriormente senza procurare particolari disturbi.

 FIBRLILAZZIONE
La fibrillazione atriale e’ un’aritmia cardiaca caratterizzata da una completa irregolarita’ dell’attivazione elettrica degli atri, due delle quattro camere cardiache. In presenza di tale anomalia, le normali contrazioni atriali vengono sostituite da movimenti caotici, completamente inefficaci ai fini della propulsione del sangue. Inoltre il battito cardiaco diviene completamente irregolare.
La fibrillazione atriale e’ la piu’ comune fra le aritmie cardiache, con una prevalenza dello 0.5% nella popolazione adulta.
Il rischio di esserne affetti aumenta con l’eta’: la percentuale dei pazienti affetti sale al 5% oltre i 65 anni. Tale aritmia e’ poi piuttosto comune nei pazienti con altre patologie cardiocircolatorie, come l’ipertensione arteriosa, la malattia coronarica, ma soprattutto le malattie valvolari: fra il 30 e l’80% dei pazienti operati per malattia della valvola mitrale giungono all’intervento in fibrillazione atriale.
La fibrillazione atriale  puo’ essere cronica, ovvero continua, persistente oppure parossistica, con episodi di durata variabile da pochi secondi ad alcune ore o giorni.
Essa e’ causa di un significativo aumento del rischio di complicazioni cardiovascolari e di una riduzione della sopravvivenza a distanza. 
Provoca inoltre una riduzione della tolleranza agli sforzi, causata da un’efficienza subottimale della contrazione del cuore, con sintomi quali palpitazioni, affaticamento e mancanza di fiato. Infine, il ristagno di sangue nelle camere atriali “paralizzate” dall’aritmia, favorisce la formazione di coaguli all’interno del cuore ed il rischio di fenomeni embolici come l’ictus cerebrale. Per questo motivo i pazienti con fibrillazione atriale vengono solitamente trattati con farmaci anticoagulanti.



ANGINA
L’angina è un tipo specifico di disagio al provocato da un insufficiente flusso di sangue attraverso i vasi sanguigni (vasi coronarici) del muscolo cardiaco (miocardio). Essa si può suddividere in due macro-categorie, e cioè l’angina stabile e quella instabile.L’angina è stabile quando il dolore toracico si verifica in genere sotto stress. Il dolore di solito inizia lentamente e peggiora nel corso di pochi minuti prima di passare. Esso passa velocemente con i farmaci o a riposo, ma può capitare di nuovo con ulteriore stress.
L’angina di tipo instabile è un acuto dolore al torace che si verifica quando il cuore non riceve abbastanza ossigeno. Può essere un segnale di un attacco di cuore.
CAUSE: Stabile: Il cuore lavora continuamente, quindi ha bisogno di un continuo rifornimento di ossigeno. Questo ossigeno viene fornito dalle arterie coronariche, che trasportano il sangue. Quando il muscolo cardiaco deve lavorare di più, ha bisogno di più ossigeno. I sintomi dell’angina stabile si verificano quando le arterie coronariche sono ridotte o bloccate da un indurimento delle arterie (arteriosclerosi), o da un coagulo di sangue. La causa più comune è una malattia coronarica, l’angina pectoris. Anche se meno grave dell’angina instabile, può essere molto dolorosa o scomoda. La mancanza di ossigeno può essere causata da:
·         Eccessivo freddo;
·         Esercizio fisico;
·         Tensione emotiva;
·         Grandi pasti

CRAMPI


Il crampo muscolare è causato da una contrazione involontaria del muscolo, notoriamente dolorosa.
                                                             Molte sono le cause del crampo:

  §  circolazione scarsa in un soggetto sano  – Di solito il crampo si verifica a riposo, prevalentemente di notte con temperatura corporea bassa. Anche condizioni climatiche sfavorevoli possono creare le condizioni migliori per l'insorgere di un crampo perché agiscono (freddo) sulla circolazione del soggetto.
  §  Posizione innaturale in un soggetto sano – Anche in questo caso, la normale circolazione è ostacolata e provoca una contrazione muscolare anomala.
§  Circolazione scarsa in un soggetto affetto da patologia vascolare – In questo caso l'alterata circolazione deriva da una patologia.
§  Squilibrio chimico in un soggetto affetto da patologie – Spesso il crampo è un effetto collaterale dei farmaci assunti, per esempio i diuretici.
§  Squilibrio chimico in un soggetto sano – La sudorazione eccessiva può provocare un'alterazione dell'ambiente di contrazione del muscolo che risponde in modo anomalo.
§  Fatica in un soggetto sano – La fatica provoca alterazioni biochimiche che portano all'incapacità da parte del muscolo di contrarsi in modo corretto.

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